Abbiamo già visto nel precedente articolo sul tema come, in occasione di trasferte all’estero, si presenti spesso la necessità di una prestazione lavorativa molto intensa, che potrebbe confliggere con le normative vigenti dello stato estero o internazionali.
Ciò che le aziende non sanno è che anche chi rispetta scrupolosamente la normativa sull’orario di lavoro vigente in Italia, potrebbe non essere in regola altrove e quindi commettere infrazioni involontarie: da qui la necessità di un’attenta programmazione della trasferta, che tenga conto delle regole vigenti nello stato di destinazione.
Esaminando le normative dei paesi UE e della Svizzera troviamo differenze come:
- il riposo giornaliero, individuato dalla direttiva UE e dalla normativa italiana in almeno 11 ore consecutive, in alcune nazioni è di 12 ore;
- il lavoro domenicale, che in Italia è consentito in moltissime situazioni, in alcune nazioni è tassativamente vietato salvo poche eccezioni o soggetto ad autorizzazione preventiva;
- il riposo settimanale in Italia può essere fruito in un arco di 14 giorni, mentre in altre nazioni deve essere di fatto fruito settimanalmente;
- le cause di forza maggiore che in Italia giustificano il ricorso al lavoro straordinario potrebbero non essere le medesime vigenti oltreconfine.
Applicando con attenzione le regole vigenti in Italia è possibile ad esempio effettuare una trasferta di 9 giorni lavorativi consecutivi compreso il fine settimana, prevedendo adeguati riposi compensativi e le maggiorazioni previste dai CCNL, contenendo nel contempo il numero di giornate che il lavoratore deve passare oltreconfine.
Questa configurazione potrebbe non essere conforme alle normative del paese di destinazione e comportare di conseguenza l’applicazione di sanzioni.
Come già si sottolineava nel precedente articolo i verificatori esteri potranno facilmente rilevare l’irregolarità commessa per due ragioni:
- nella maggior parte dei casi deve essere tenuto un registro delle presenze aggiornato in tempo reale;
- in altrettanti casi l’effettuazione di una trasferta all’estero richiede la presentazione di una notifica all’ente competente, che quindi saprà precisamente chi, dove, quando e per quanto tempo lavorerà sul suo territorio.
Ciò rende molto facile agli enti preposti individuare eventuali situazioni di rischio e predisporre le verifiche che ritengono opportune.